Economia

ECONOMIA. Crisi: nuovo allarme per il 2009

sabato 22 novembre 2008
Si lavora intensamente nei palazzi delle istituzioni europee – a Bruxelles come a Strasburgo e Francoforte – per individuare una via d’uscita alla crisi che sta portando il continente in piena recessione e che impietosamente travolge i mercati, ieri ancora in grave difficoltà. La «proposta» dell’Ue arriverà mercoledì prossimo con il piano annunciato dal presidente Josè Manuel Barroso. Mentre si attende un altro passo della Bce, con un nuovo taglio dei tassi. Possibilità non esclusa anche ieri dal presidente dell’Eurotower, Jean-Claude Trichet.Problemi sul Patto di Stabilità. «Le politiche di bilancio devono essere utilizzate per sostenere l’attività economica», purché questa azione sia «opportuna, mirata, temporanea e in piena conformità con il Patto di stabilità e di crescita»: è quanto ha ribadito Barroso, sottolineando come il piano anticrisi dell’esecutivo europeo «comprenderà la necessità nell’Unione europea di una significativa espansione di bilancio». È la conferma che si potrà anche sforare il 3% del deficit nell’ambito di un percorso concordato con Bruxelles. «Il Patto – ha ricordato Barroso in un discorso tenuto ieri a Lisbona – già ci garantisce il modo di affrontare circostanze eccezionali come quelle che stiamo vivendo. Non è il momento del business as usual e non è il tempo per l’ideologia». Concludendo: «Dobbiamo essere preparati all’impensabile».Il Patto di crescita e stabilità pone come limite sul deficit di bilancio il 3% del Pil. Numerosi Paesi, come Francia, Italia, Grecia, Portogallo, Gran Bretagna e Irlanda, sono vicini o sopra il livello. A conferma dell’eccezionalità dell’ipotesi di sforamento è arrivata la precisazione del commissario agli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia. «Se alcuni Paesi europei andassero oltre l’uso della flessibilità prevista dal Patto di stabilità e di crescita e sforassero il tetto del 3% in maniera consistente e non temporanea, la Commissione Ue non esiterà ad aprire delle procedure di infrazione per disavanzo eccessivo», ha sottolineato la portavoce di Almunia, Amelia Torres. Il Patto Ue non è insomma sospeso, «ma in circostanze eccezionali» può essere interpretato in maniera più flessibile. Bce: necessaria riforma del sistema. Situazione eccezionale e delicata evidenziata anche dal presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet in una conferenza stampa: «La congiuntura sta attraversando una fase cruciale per l’organizzazione e il funzionamento del sistema finanziario globale in cui è necessaria un’efficace sorveglianza da parte del Fondo monetario internazionale che alimenti politiche orientate alla stabilità». E sulla possibilità di un nuovo intervento sui tassi, Trichet non sfugge: «Abbiamo già detto che potremmo abbassare i tassi, non c’è niente di nuovo». Trichet ha spiegato che la Banca centrale europea, nelle prossime decisioni sui tassi, dovrà prendere in considerazione le ultime previsioni economiche, con i rischi inflazionistici che appaiono in calo e la crescita economica in frenata. Interventi su cui «apre» anche Axel Weber, membro del consiglio direttivo della Bce: «C’è spazio per ulteriori tagli dei tassi nella zona euro». Per Trichet, aldilà delle misure, ciò che conta oggi è tuttavia la «fiducia». La Bce «sta facendo tutto il possibile in questo senso: occorre – ha ribadito – che anche le banche commerciali si adeguino velocemente». Trichet ha spiegato che il sistema finanziario globale ha bisogno di essere riformato e che la crisi «dalla sfera finanziaria ha contagiato l’economia reale» oltre ad essersi allargata alle economie emergenti da quelle più industrializzate.Fondo Monetario: rischio catastrofe finanziaria. Se l’attenzione dell’Europa va all’economia reale, da Washington, invece il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn non esclude «una nuova catastrofe» nel mondo della finanza. È questo «uno dei rischi che sussistono» e che potrebbero pregiudicare la ripresa della crescita mondiale alla fine del 2009. «Altrettanto reale» è che il «credito non riparta». «È perciò legittimo – ha aggiunto – pungolare i banchieri per obbligarli a concedere prestiti». L’ex ministro dell’economia francese ha affermato infine che la crisi attuale «è una crisi del capitalismo», ma non il crollo dell’economia di mercato.Altra giornata nera per le Borse. Sembrava il giorno del rimbalzo sui mercati europei. Il recupero delle piazze asiatiche aveva infatti trainato l’apertura di tutte le Borse del Vecchio Continente, che segnavano rialzi sopra il punto percentuale. Invece allo scivolone di giovedì ieri ne è seguito un altro, complice una Wall Street molto altalenante: partita bene, poi andata in negativo, quindi risalita tra i nuovi minimi storici della seconda banca d’affari degli Usa e le cattive previsioni sullo scenario economico.A spingere verso il ribasso le quotazioni a New York è stata ancora una volta la frana Citigroup: i titoli della banca d’affari sono crollati per il quinto giorno di seguito, toccando i minimi degli ultimi 126 anni. Indiscrezioni di stampa hanno parlato di possibile fusione o di cessione di importanti asset per il colosso finanziario in crisi. L’amministratore Vikram Pandit ieri è andato in televisione per smentire le voci di spezzatino e rassicurare investitori e dipendenti sulla posizione patrimoniale della banca . Non è servito: le azioni hanno perso quasi un quinto del loro valore (-17%). Poi è arrivata un’analisi di Goldman Sachs che prevede per l’economia statunitense un calo del 5% per il quarto trimestre e altre discese – dell’1 e del 2% – per i primi due trimestri del 2009. La disoccupazione americana, dice Goldman Sachs, salirà al 9% mentre gli utili societari l’anno prossimo scenderanno del 25%.In Europa le Borse hanno chiuso tutte con negativi pesanti, mandando in fumo circa 110 miliardi di euro. Francoforte ha ceduto il 3,25%, Londra il 2,94%, Parigi il 4,02% e Milano il 3,09%. Perdite consistenti per il settore farmaceutico, con Novartis che ha perso il 6,4% e Sanofi-Aventis l’11% e per le telecomunicazioni, con Vodafone che ha chiuso con un passivo di oltre il 6%. Tra le vittime illustri della seduta di ieri anche la banca francese Societe Generale, che ha segnato un tonfo del 13,4%. Tra gli altri bancari Ing Groep ha segnato perdite del 6,8% e Deutsche Bank del 2,9%. L’indice FtsEurofirst 300, che unisce i titoli delle maggiori società del Vecchio Continente, con la giornata di ieri ha ufficialmente dimezzato il suo valore: dall’inizio del 2008 ha perso infatti il 50%.Impennata finale di Wall Street. Wall Street è rimasta in altalena attorno allo 0 fino a un'ora dalla chiusura. Poi la notizia che Barack Obama ha scelto l'attuale governatore della Fed di New York, Timothy F. Geithner quale futuro segretario al Tesoro ha fatto impennare Wall Street nell'ultima ora di contrattazioni. Dopo il crollo di ieri che aveva riportato il listino delle blue-chips ai livelli del 2003 sotto quota 8.000 punti, il Dow Jones ha guadagnato il 6,55 per cento per chiudere a 8,046.66. Il Nasdaq ha guadagnato il 5,18 per cento per finire le contrattazioni a 1.384,35 punti.